L'idea del Ristorante Diffuso

“Il mio primo progetto prevedeva la creazione di un albergo diffuso a Montepagano.

Subito dopo realizzai che l’albergo aveva bisogno anche di un ristorante. Intanto, il destino mi aveva fatto incontrare Davide Pezzuto che,
durante il suo periodo sabbatico, era alla ricerca di stimoli interessanti.

Mentre raccontavo a Davide quello che stavo facendo, gli arrivavano proposte da famosi ristoranti di metropoli italiane ed estere. Sinceramente, pensavo di non avere molte possibilità di suscitare il suo interesse.
 
Alla fine gli dissi “chef, il mio piccolo borgo è ben diverso da Tokio, Parigi, Roma, ma ha tanta storia da raccontare e noi possiamo contribuire alla sua rinascita. E poi, c’è una campagna di venti ettari a completa disposizione del ristorante”. Non dovetti aggiungere altro. Davide accettò di condividere il mio progetto e il suo contributo fu subito prezioso. Dopo pochi giorni, gli venne l’idea del ristorante diffuso, con le stesse caratteristiche dell’albergo che stava nascendo. Si tratta, infatti, di ambienti situati in diverse strutture dell’antico quartiere militare. Si possono prenotare a seconda dell’esperienza che si vuole vivere (la lounge, la saletta con il camino, la sala principale, il privèe Noi Due, la cantina, la sala per eventi).
La cucina è centralizzata. Un format originale e, al momento, unico nel mondo della ristorazione.
Un’idea che va oltre un semplice progetto commerciale”.

Nuccia De Angelis

 

Il nome

“Come chiamare il ristorante? Pensavamo  nomi che  scartavamo subito perchè non ci convincevano.
Poi mi ricordai di un particolare…..durante i primi scambi con Davide, anche via wathsapp, avevo notato, accanto al suo avatar, un nickname: DavidOne che era poi il nomignolo con cui lo chiamavano gli amici per indicare la sua mole ma anche il suo essere un numero uno.
E allora, visto che il ristorante girava tutto intorno a lui, fu facile pensare a D.one.

Ma la D sta anche per diffuso e poi ricorda che abbiamo aperto nel dicembre del 2015.
Mentre One speriamo sia presto seguito da un two, un three ecc.”

Nuccia De Angelis

 

La campagna

“Definisco  me stesso un uomo della terra, perchè dalla terra provengo ed alla terra avrei voluto dedicare la mia vita.
Desideravo seguire l’azienda agricola di famiglia nel Salento anche se, per una serie di circostanze e per delle capacità che avevo innate, mi sono ritrovato a fare il cuoco, ma la terra e l’agricoltura mi sono rimaste dentro.

Quel miracolo meraviglioso scandito dal piantare, seguire la crescita, raccogliere e poi annusare, provare i sapori, fonderli, gustarli…mi affascina!

Così, quando Nuccia disse che, se l’avessi affiancata nella conduzione del ristorante nel piccolo borgo di Montepagano, avrei avuto a mia disposizione una campagna di venti ettari, non ebbi nessuna esitazione ed accettai così, su due piedi, senza riflettere.
Sapevo che la terra mi attendeva ed io ero tornato”.

Davide Pezzuto

La nostra campagna si trova nelle immediate vicinanze del ristorante. Tutte le coltivazioni sono biologiche

Gli ulivi

Esposti al sole, respirano la brezza dell’Adriatico.
Nel 1870 il nobiluomo Bernardo Giosia Bernardi fece piantare gli ulivi più antichi.
L’oliveto è coltivato con metodi tradizionali ed eco compatibili.
Da quasi duemila alberi di varietà tipiche del territorio teramano, con prevalenza di tortiglione, otteniamo il nostro olio extravergine di qualità superiore.

Il vigneto

Le viti di Passerina, Primitivo, Merlot, Traminer, Sauvignon blanc e Malvasia, crescono in collina e guardano il mare. Sono alla base dei nostri vini, del nostro aceto e della marmellata che accompagnamo ai formaggi.

Il grano

Nella nostra campagna coltiviamo il grano Senatore Cappelli.
Un mulino ad acqua, ancora in funzione a Case Molino, produce la farina che utilizziamo per la panificazione e per la pasta.
La pasta D.one viene realizzata in montagna, da un pastificio artigianale di Pratola Peligna

L'orto

Gli ortaggi e le verdure neI menù del D.one seguono la stagionalità, scandita dalle coltivazioniche che si alternano nel nostro orto. Borragine, ortica, ruta e cascigni, nascono, invece, spontanei nei tratti di terra che abbiamo lasciato appositamente incolti.

Il pollaio

La Gallina Nera Atriana, citata da Crisippo (III sec. a.C.) e da Plinio il Vecchio (I sec. d.C.) è un’antica razza autoctona che si credeva estinta. La sua effigie compare sulle monete romane del IV sec. a.C.
E’ stata ritrovata, di recente, nell’entroterra di Atri dai biologi del WWF Oasi dei Calanchi.
La nostra azienda agricola ha aderito per prima al progetto Famiglie Custodi della Gallina Nera.
Con amore alleviamo e cerchiamo di preservare questa biodiversità agricola.
Al D.one utilizziamo solo le uova, di piccola dimensione e molto sapide, delle nostre galline, ma non la carne.